Gephi

De Cliomatica - Digital History
Tempo di lettura 9 minuti - per Miriana Somenzi


Gephi è un software open source, utilizzato per l'analisi e la visualizzazione delle reti sociali. Ha una licenza libera e funziona sui principali sistemi operativi, incluso Linux. È scritto in Java e basato sulla piattaforma NetBeans [1]. Viene usato per progetti di ricerca di vario tipo, principalmente nell’ambito del Data Journalism e dell’Informatica Umanistica, compreso il campo di ricerca della Storia Pubblica Digitale. Un esempio a riguardo è l’importante lavoro di Martin Grandjean dal titolo Structures complexes et organisations internationales : Analyses de réseaux en histoire. L'exemple de la coopération intellectuelle de la Société des Nations[2]. Grandjean spiega come l’utilizzo delle reti sociali in storia vada ben al di là della semplice visualizzazione di dati: si tratta, più correttamente, di infografiche, ovvero del prodotto di una interpretazione di fonti multiple, generalmente secondarie ed eterogenee, le cui relazioni saranno rappresentate graficamente in modo da poter rendere le informazioni più comprensibili.

A livello storico, inoltre, è molto utile poter estrarre direttamente la rete dal contenuto stesso del documento in analisi: il lavoro non è più, quindi, la raccolta di tutti i tipi di relazioni immaginabili tra gruppi di individui, ma la focalizzazione su un determinato tipo di relazione che permetterà di effettuare analisi formali. La rete risultante, quindi, non dipenderà solo dalla fonte, ma anche dalle decisioni prese dal ricercatore.

Nella ricerca di Grandjean, tra i vari risultati, abbiamo l’immagine di un grafico di indicizzazione dei mittenti e dei destinatari di documenti della Cooperazione intellettuale, 1919-1927. Si tratta di una rete di metadati nella quale ciascuna delle oltre 3.000 persone è legata a quelle che intervengono nel suo medesimo dossier.

Pur importantissima, questa rete è, di fatto, illeggibile: per questo motivo è quasi sempre necessario ricorrere a interfaccia di esplorazione interattiva come Gephi, tramite cui riusciamo a focalizzarci su sottoinsiemi di dati e sulle misure che, man mano, vogliamo analizzare. Anche nel panorama italiano sono stati fatti sforzi riguardo l’incremento dell’uso degli strumenti di analisi di reti sociali nella ricerca storica: Francesco Gomez e Sandro Lombardini hanno lavorato ad uno studio riguardante i gruppi di parentela di un'area del Piemonte del Sei e Settecento[3]. I due studiosi hanno voluto unire due filoni di ricerca che fino all’epoca erano sempre rimasti paralleli, affiancando allo studio classico delle strutture di parentela un approccio più moderno, basato invece sulle reti di relazioni per analizzare la struttura sociale, che può essere vista come un grafo composto da punti, rappresentanti gli individui, e da linee che li uniscono, rappresentanti le relazioni. Oltre alla velocizzazione della fase iniziale di schedatura dei dati, infatti, questa particolare unione di filoni di ricerca differenti permette di effettuare analisi impossibili da effettuare manualmente per via delle loro dimensioni e dei loro costi: un database di tipo relazionale, infatti, ci permette di avere un accesso immediato a dati tra loro collegati che sarebbe impossibile sfruttare lavorando a mano. Molti dei problemi che si possono riscontrare nel far convergere analisi storica e analisi delle reti sociali derivano dal fatto che quest’ultimo approccio sia stato utilizzato, in ambito storico, perlopiù per effettuare rappresentazioni matematiche ed elaborazioni statistiche in modo da avere una generalizzazione dei fenomeni sociali. La social network analysis è stata quindi ridotta ad un mero strumento di descrizione delle forme strutturali, dimenticandone tutte le altre possibili applicazioni più importanti.

Dove l’analisi delle reti sociali si fa davvero utile e interessante sono, invece, quei casi in cui il punto di vista dell’analisi è rivolto alle dinamiche relazionali: un esempio è il lavoro di Lucia Frattarelli Fischer[4], che ha illustrato l’estensione a livello internazionale delle reti commerciali dei mercanti sefarditi di Livorno, fondate su una fitta maglia di relazioni economiche e parentali, e a livello locale delle reti complementari e meno omogenee, instaurate tra i mercanti ebrei sefarditi e quelli italiani, più vicini alla realtà produttiva del territorio. Altro approccio interessante è quello dell’uso dell’analisi di reti sociali per la corrispondenza: l’analisi di Ruth e Sebastian Ahnert sulla rete di corrispondenza tra protestanti nell’Inghilterra di Maria Tudor[5] è, da questo punto di vista, emblematica. Nel 1533 Tommaso Moro venne in possesso di un manoscritto contenente idee da lui considerate eretiche e pericolose; il ritrovamento di altre due copie identiche lo portò a credere che ci fosse una rete organizzata il cui scopo fosse esattamente la diffusione di queste notizie. I due ricercatori hanno assimilato l’idea di fondo, quindi lo spargersi di idee religiose, allo spargersi di epidemie, o fake news, ed hanno quindi deciso di analizzare il caso con gli stessi strumenti che si utilizzano solitamente in questi casi: gli strumenti tipici dell’analisi di reti sociali. Non è stato possibile, ovviamente, corroborare o rimuovere i dubbi di Tommaso Moro sull’esistenza di una società di eretici che lavorava in gran segreto per diffondere la loro idea di religione, tuttavia sono presenti molte corrispondenze che ci permettono di delineare la presenza e la struttura protestante sottostante al regno della cattolica Maria Tudor.

Le lettere, all’epoca, erano uno strumento fondamentale: era tramite lettera che si organizzavano alleanze, incontri, matrimoni, tradimenti. E le lettere possono anche dare informazioni su chi fossero i membri di determinati gruppi sociali, e quali fossero i loro gradi di parentela o amicizia. La corrispondenza, inoltre, fornisce testimonianza anche sull’infrastruttura che permise ai leader protestanti di scrivere ed inviare le loro lettere dalla prigionia, includendo un intricato sistema di finanziatori segreti al di fuori del carcere, di amanuensi e così via. L’analisi quantitativa di questa rete sociale ha sia permesso di visualizzare la mappa di coloro che tutti coloro che erano implicati nel processo, sia di misurare la centralità relativa dei membri di questa organizzazione tramite strumenti di analisi matematica. Oltre a controbilanciare il contenuto del famoso Libro dei Martiri, scritto dallo storico protestante John Foxe, l’analisi ha portato alla luce pattern attesi e inattesi: è indubbio, ad esempio, il ruolo centrale che hanno avuto i martiri nell’organizzazione di questa comunità, ma è anche sorprendente quanto siano stati davvero importanti i messaggeri e i mecenati che supportavano l’opera finanziariamente, soprattutto le donne, dal momento in cui i mariti morivano. La combinazione di lavoro d’archivio e lavoro computazionale svolta in questo tipo di lavori, e i risultati raggiunti, fanno ben sperare per un futuro in cui la ricerca storica e l’analisi delle reti sociali lavoreranno sempre più in maniera complementare, colmando l’una le problematiche dell’altra e viceversa.


Bibliografia e sitografia

  1. «Gephi», in Wikipedia, URL: https://it.wikipedia.org/wiki/Gephi
  2. GRANDJEAN, Martin, Structures complexes et organisations internationales : Analyses de réseaux en histoire. L'exemple de la coopération intellectuelle de la Société des Nations, Lausanne, Université de Lausanne, 2017.
  3. GOMEZ, Francesco, LOMBARDINI, Sandro, «Reti di relazioni: metodi di analisi su una base di dati storici», in Quaderni Storici : Informatica e fonti storiche, 26, 78, 3/1991, pp. 793-812.
  4. FRATTARELLI, Fischer L., Reti locali e reti internazionali degli ebrei di Livorno nel Seicento, in CURTO, Diogo Ramada, MOLHO, Anthony (eds.), Commercial Networks in the Early Modern World, Firenze, EUI, 2002, pp. 148-72
  5. AHNERT, Ruth, AHNERT, Sebastian E., «Protestant Letter Networks in the Reign of Mary I: A Quantitative Approach», in English Literary Reinassance, 60, 4/1993, pp. 1-33.



Citazione di questo articolo
Come citare: SOMENZI, Miriana . "Gephi". In: CLIOMATICA - Portale di Storia Digitale e ricerca. Disponibile in: http://lhs.unb.br/cliomatica/index.php/Gephi. il giorno: 29/06/2024.






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