Podcast storici e tipologie

De Cliomatica - Digital History
Tempo di lettura 27 minuti - per Irene Sasselli


Podcast storici e tipologie

Il podcast è il mezzo di comunicazione che esalta – come nel mondo analogico è la radio – la dimensione uditiva, e costituisce uno strumento versatile e idoneo alla trasmissione orale di contenuti storici. A livello letterale, il termine “podcast” è infatti la combinazione delle parole inglesi “pod”, un riferimento esplicito al più famoso e originario supporto con cui questi contenuti sono stati inizialmente diffusi (l’iPod), e “cast”, da broadcast, ovvero spargere e diffondere. Il termine fu coniato nel 2004 dal giornalista del «The Guardian» Ben Hammersley, che cercò di dare un nome e classificare un fenomeno all'epoca in espansione negli Stati Uniti: la diffusione di file audio a livello capillare tramite la creazione di feed RSS, ossia di strumenti digitali in grado di "abbonare" qualunque utente al programma desiderato senza per questo dover costruire una vera e propria "radio". Il motore di questo fenomeno è stato ed è tuttora il Web in combinazione con la diffusione di oggetti (device) che permettono l’ascolto in streaming oppure offline in qualsiasi luogo e momento, facilitando in questo modo la fruizione del podcast. Possiamo suddividere i podcast per ambiti tematici, per modalità di realizzazione oltre che per la tipologia del produttore, passando poi a illustrare podcast storici italiani. All’inizio del podcasting si è creata una sorta di “lotta” tra podcasting indipendente e quello più strutturato, organizzato da canali radio-televisivi. La potenza di diffusione e capacità tecniche di questi ultimi ne decreta una superiorità evidente, ma entrambe le tipologie sono cresciute e si sono sviluppate nel tempo, creando spesso anche realtà ibride.

Podcast radiofonici e televisivi

I podcast prodotti da emittenti radiofoniche e televisive hanno un’alta qualità audio e una veste professionale. In Italia, fino a tempi recenti, il podcasting veniva utilizzato principalmente per rendere disponibile la programmazione in differita [1]. Per molto tempo radio e televisione hanno infatti visto il podcast solo come uno strumento di diffusione in grado di superare i limiti temporali e geografici della messa in onda, senza però che ne venissero esplorate le effettive potenzialità. I contenuti non variavano rispetto alla trasmissione analogica e obbedivano alle logiche di programmazione radio o televisive. Solo a negli ultimi anni abbiamo assistito a una programmazione con contenuti originali, creati ad hoc per il nuovo mezzo di comunicazione, che è diventato spesso protagonista anche di strategie di marketing per combattere la crisi dei media tradizionali.
Figura 1. Copertina dei Podcast di Rai Radio 3

Fra gli esempi vincenti di podcast radiofonici e televisivi a tema storico troviamo le trasmissioni di Rai Radio 3, la terza emittente radiofonica pubblica italiana edita dalla Rai e diretta da Marino Sinibaldi. È la quattordicesima in classifica tra le radio nazionali più ascoltate d'Italia[2] e ha reso disponibile la sua programmazione dedicata alla Storia attraverso il proprio sito web [3] in cui è possibile fruire non solo contenuti on demand ma anche trasmissioni realizzate ad hoc.

Ne è un esempio il programma “Dalla terra alla storia”[4] che nel 2020 giunge al terzo anno di trasmissione. Obiettivo del podcast è quello di percorrere un viaggio tra le più grandi scoperte dell'archeologia e nella storia dell'uomo, dando voce ai protagonisti delle missioni, gli archeologi, che in prima persona raccontano le sensazioni provocate negli attimi straordinari delle loro scoperte. “Un giorno nella storia”[5] affida invece la sua narrazione a storici e giornalisti di rilievo (tra i nomi Carlo Greppi, Miguel Gotor, Lirio Abate, Antonella Beccaria), il cui compito è ricordare e trasmettere gli avvenimenti di giorni particolarmente importanti per la storia del nostro paese come, ad esempio, le giornate del 25 aprile 1945 e del 9 maggio 1978.

Le cronache sono arricchite da frammenti sonori d’epoca tratti dagli archivi della Rai, che interrompono la normale narrazione proprio nell'orario esatto in cui accaddero gli eventi raccontati.
Figura 2. Copertina del Podcast Bistory

Tra le voci note anche Focus ha realizzato un podcast storico intitolato “La Voce della Storia”[6]. Ogni settimana è il luogo in cui viene approfondito un tema storico o in cui viene riletto un avvenimento di attualità in chiave storica. Il programma è disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming come Spotify, Apple Podcast, Google Podcast e Deezer. La sfida viene raccolta anche da emittenti meno note che per innovare e restare al passo con i tempi si dedicano alla realizzazione di contenuti storici in forma audio. È il caso di “Bistory”[7] podcast prodotto e diretto per NeverWasRadio, con una durata media di 25 minuti a puntata in cui si raccontano le avventure e le particolarità di personaggi storici più o meno noti, selezionando vite e gesta con un bisturi (da qui il nome del podcast) che indaga il lato B della storia.


Podcast Indipendenti

Il podcast è uno strumento di produzione di contenuti sonori che presenta due rilevanti vantaggi: è economico, dato che non richiede l’acquisto di attrezzature costose, al massimo un buon microfono, ed è semplice da realizzare non richiedendo il possesso di elevate capacità informatiche. Queste due caratteristiche lo rendono un mezzo di comunicazione potente, estremamente diffuso, in grado di dare chiunque la possibilità di divenire autore, editore e/o produttore di informazione formato audio. Si trova quindi in rete una moltitudine di podcast indipendenti dedicati anche alla storia, realizzati da appassionati e spesso non storici di professione. Il primo podcast storico italiano nasce nel 2006 grazie a Enrica Salvatori, docente associato al dipartimento di Storia dell’Università di Pisa. “Historycast”[8], format composto da puntate di mezz’ora su eventi storici e personaggi del passato è stato vincitore del premio EPA – European Podcast Award come miglior podcast italiano nel 2010. Un audio percorso originale attraverso la storia, letto attraverso visioni divergenti e arricchito da schede e link di approfondimento e da una ricca bibliografia, con l’obiettivo di far percepire l’importanza della conoscenza storica ma soprattutto i rischi che derivano dall’accettazione acritica di una sola lettura del passato. Il podcast è infatti arricchito dalla rubrica “Storiusando”, in cui si mostra come la storia sia spesso stata piegata all’uso dell’uomo.

Non dovendo rispondere alla comunità scientifica, né ad autorità di alcun tipo, questa tipologia di podcast si compone di una varietà di prodotti dalle forme più disparate: da trasmissioni artigianali e sporadiche, senza post-produzione, a trasmissioni con pubblicazioni a cadenza regolare con una cura del sonoro più elevata. Anche i contenuti non sono standardizzati: possiamo ascoltare podcast dalle tematiche quasi casuali, legate a fatti di cronaca ed eventi quotidiani, o prodotti più strutturati che seguono un filone tematico ben preciso.
Figura 3. Copertina del podcast "La bomba in testa"

Generalmente hanno maggior successo i podcast dai temi generici che spaziano nel tempo mentre i pochi podcast “tematici” esistenti sono tuttavia in genere di qualità superiore alla media[9]. Tra questi, molti sono quelli incentrati sull’identità di una nazione o comunità, che risvegliano la curiosità e il desiderio ancestrale della scoperta delle proprie radici e origini. Ne è un esempio “La Bomba in testa”[10], podcast lanciato a dicembre 2019 come esclusiva della piattaforma Storytel. Realizzato da Nicolò Porcelluzzi e prodotto da Carlo Annese, racconta in 6 episodi della durata di 20 minuti circa i retroscena del terrorismo italiano degli anni Settanta. La “lotta armata” viene raccontata a chi, in quel periodo, non era ancora nato e ne ha sentito parlare sui banchi di scuola o nei racconti di genitori e nonni: i millennials, ovvero i nati fra il 1981 e il 1996. L’obiettivo non è solo la trasmissione dei fatti ma soprattutto la demistificazione di miti e pregiudizi attraverso un racconto in ordine cronologico degli omicidi e delle rapine commesse dalle Brigate Rosse e dagli altri gruppi terroristici di sinistra attivi nello stesso periodo. Il rischio della tipologia dei podcast indipendenti è dettato dall’autore che, in veste di storico dilettante, può ridursi alla mera raccolta di fonti e commento semplicistico di un determinato argomento storico. Di maggior valore sono invece i prodotti sì di autodidatti ma che, consapevoli di esserlo, trasformano il podcast in un servizio volto all’informazione veicolando interviste, recensioni e notizie legate all’attualità. Si evita così la sintesi enciclopedica e le interpretazioni soggettive e personali.

Figura 4. Copertina del podcast "Morgana"

Questo il carattere di storielibere.fm, una piattaforma di podcast audio affidati a narratori militanti, con un progetto di narrazione e intrattenimento il cui slogan è “Scritto a voce”. Qui si trovano storie sempre nuove, seriali e non, che non richiedono l’attenzione esclusiva ma in grado di regalare momenti di intrattenimento e approfondimento. Di rilievo il podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri “Morgana”[11] in cui ascoltare le storie di donne anticonvenzionali del presente, passato e futuro, donne fuori dagli schemi e lontane dagli stereotipi che si inseriscono in un racconto mai come adesso attuale. Si parla di donne che con le proprie vite e il proprio lavoro hanno contribuito o contribuiscono a colmare il gender gap proprio partendo dalla possibilità e capacità di gestire in autonomia il proprio denaro.

Tra i programmi proposti e veicolati da storielibere.fm troviamo anche “F***ing genius”[12], podcast dedicato al racconto di grandi figure che hanno cambiato la nostra evoluzione, talenti che hanno modificato la traiettoria della nostra cultura e della nostra civiltà. Il racconto è affidato in questo caso al fisico e divulgatore scientifico Massimo Temporelli ed è possibile fruirlo, come per il precedente, su Apple Podcast, Spotify, Spreaker, storielibere.fm. La diffusione del podcast indipendente è quindi spesso facilitata dalla sua gratuità, caratteristica che ne rende però ardua la sopravvivenza. Gli autori investono tempo e denaro per la creazione di prodotti commerciali senza però essere remunerati. La selezione è forte e non sempre legata alla qualità. Può accadere che prodotti di valore spariscano e che ne sopravvivano altri di qualità inferiore ma con una community più fidelizzata e disponibile al supporto.

Podcast didattici

L’utilizzo del podcasting nei contesti educativi, in particolare nell’istruzione superiore, è progressivamente aumentato come mezzo per arricchire i percorsi di formazione a diversi livelli. Si individuano come podcast didattici quelli di docenti di scuole o università, prodotti non solo frutto di una registrazione da parte di un docente, ma che corrispondono anche a lezioni effettivamente svolte in aula o comunque nelle accademie in cui i docenti lavorano. Molteplici sono le ragioni che motivano gli studenti ad ascoltare nuovamente le lezioni: la possibilità di individualizzare l’apprendimento fa si che si possano recuperare le lezioni perse, che si possa riflette e approfondire ulteriormente concetti o aspetti complessi di un certo insegnamento, e soprattutto che si possa avere un ausilio ulteriore in preparazione di un esame. Data la grande disponibilità di materiale oggi a disposizione, l’utente-studente può provare a creare il suo percorso di lifelong learning in ambito storico, da fruire ovunque e in qualsiasi momento. La scelta dell’opzione solo audio, escludendo il video, viene perseguita principalmente per una riduzione dei costi e per favorire la massima accessibilità ai contenuti da parte degli studenti. Dalle ricerche di Gardner Campbell[13] emerge come il podcast possa sostenere gli studenti nel loro percorso di apprendimento come risorsa di informazioni ma anche come fonte di motivazione. Sostiene infatti che la voce umana dia una connotazione personale e informale ai contenuti, guidando lo studente nell’ascolto e di conseguenza nello studio. Secondo i dati emersi dallo studio pubblicato da Giovanni Moretti e Arianna Lodovica Morini nell’articolo «L’utilizzo del podcasting nella didattica universitaria»[14], suddividendo le tipologie di studente in tre categorie (Studente full time, Studente Lavoratore, Studente e lavoratore full time), emerge come il lavoratore full time rappresenti colui che si avvale maggiormente della risorsa podcast audio, soprattutto nei momenti di pausa o durante gli spostamenti (Tabella 1).


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Sono numerosissime le università che, data l’evidente utilità in ambito didattico, offrono un servizio di podcasting per le materie più disparate, la cui selezione dipende principalmente dalla disponibilità del personale e dall’interesse dell’ateneo/istituto. Secondo un’indagine di Enrica Salvatori del 2009 , possiamo definire, a livello universitario, due modalità di presenza online di podcast didattici a tema storico:

• Lezioni e conferenze ritenute idonee alla circolazione al di fuori dall’ambiente universitario e messe a disposizione dall’ateneo stesso. Generalmente si tratta di seminari e conferenze in formato audio o video che nascono già in partenza come prodotti pensati per la diffusione a un pubblico più esteso rispetto a quello dei soli studenti iscritti. In alcuni casi, che in Italia sono affidati alle iniziative individuali, vengono condivisi cicli completi di lezioni, ossia interi corsi o parti di essi. Ne sono un esempio i seminari di Signum, centro di ricerche informatiche per le discipline umanistiche, diffusi dalla Scuola Normale Superiore di Pisa.

• Oltre a lezioni e seminari ritenuti idonei, l’ateneo mette a disposizione anche altre comunicazioni di utilità comune, come presentazioni di corsi, consigli per le matricole, descrizione di strutture interne. In Italia il podcasting è ancora lontano dall’essere accettato da parte del corpo docente, ma esistono da tempo esempi virtuosi dell’introduzione di questa modalità sia a livello universitario che nei gradi scolastici inferiori.


Una delle prime docenti italiane a veicolare il podcasting nelle Università è stata Enrica Salvatori, in particolare nelle sue lezioni di storia medievale[15] presso l’Università di Pisa, portando l’Ateneo toscano a lanciare il proprio sito iTunes U[16] e dando così libero accesso a un’ampia gamma di materiale didattico audio e video riguardante lezioni, conferenze pubbliche, presentazioni e squarci di vita universitaria. Di notevole successo è poi il podcast di Alessandro Barbero “Lezioni e conferenze di storia”, una raccolta non ufficiale delle lezioni tenute dal professore di Storia Medievale al Festival della Mente di Sarzana e di una serie di conferenze disponibili su YouTube. Il progetto è nato nel 2018 grazie a Fabrizio Mele che ha riorganizzato i contenuti disponibili online trasformandoli in formato audio e pubblicandoli a cadenza settimanale per facilitarne l’ascolto. Il primo podcast scolastico è stato invece quello a cura del pioniere Alberto Pian, avviato con i ragazzi della classe quinta dell’IIS Bodoni-Paravia di Torino nel settembre 2005. “Radio Tony” è un progetto di podcasting audio e video nato per aiutare un compagno di classe impossibilitato nell’andare a scuola a seguito di un delicato intervento, e attraverso cui venivano veicolate lezioni di storia, letteratura e varie altre materie per supportare l’apprendimento dello studente in difficoltà. Il podcast può venirci in aiuto anche quando la difficoltà non riguarda più solo il singolo ma, ad esempio, l’intero corpo studenti non di una scuola bensì di una nazione. Di fronte all’emergenza Covid-19, scuole e università hanno attinto a tutte le modalità di formazione a distanza che la tecnologia ci offre, sfruttando quindi anche le opportunità del video e audio podcasting. La pandemia ha accelerato il mutamento in questo ambito alimentando un nuovo modo di fare scuola, la DaD (Didattica a Distanza), fino ad ora poco sfruttata da una scuola che per decenni era sembrata refrattaria a ogni cambiamento. Oltre 1,5 miliardi di studenti nel mondo, il 91% delle stime totali secondo l’Unesco, e relativi docenti, da un giorno all’altro hanno dovuto far fronte alla più grande sperimentazione di “smart education”. Docenti di ogni grado e ambito hanno contribuito alla produzione di una massiccia quantità di videolezioni e audiolezioni indirizzate ai propri studenti e, a volte, messe a disposizione anche del pubblico generico. Ne è un esempio il progetto del Ministero dell’Istruzione italiano che ha creato “Maturadio[17], programma di podcast didattici promosso in collaborazione con l’Istituto Treccani e Rai Radio3.

Figura_5. Copertina del podcast "Maturadio"

Sui canali privati dei patrocinanti e sul canale ufficiale Spotify del Ministero sono state rese accessibili oltre 250 puntate, divise in 10 discipline (Storia, Scienze, Storia dell’Arte, Italiano, Filosofia, Greco, Latino, Matematica, Fisica e Inglese), con l’obiettivo di supportare gli studenti che devono sostenere gli Esami finali del secondo ciclo. I contenuti sono stati realizzati da esperti, docenti di scuola e universitari, scrittori, matematici, storici, fisici con un intenso lavoro di scrittura, revisione, speakeraggio e post-produzione. Il periodo di emergenza ha imposto l’utilizzo di nuove tecnologie nei percorsi formativi, ridefinendo il rapporto fra spazi e tempi dell’apprendimento e dell’insegnamento. Parliamo sempre più spesso di Flipped classrom (“classe capovolta”), una modalità di insegnamento che prevede lo studio dello studente a casa, tramite la video o audio lezione dell’insegnante e lo studio individuale a scuola, o di BYOD (“Bring your own device”) approccio che prevede che lo studente e il docente portino a scuola i propri dispositivi tecnologici come ausilio alla lezione, affinché prendano dimestichezza con questi strumenti, sperimentino e non vengano più visti come limite o barriera. Del BYOD si parla anche nei documenti ministeriali relativi alle linee guida sulla DDI e nel Piano Nazionale per la Scuola Digitale[18]. Non ci resta che vedere se le sfide raccolte in ottica di una democratizzazione e diffusione della formazione verranno accantonate appena la didattica in presenza tornerà ad essere praticabile.

Podcast Promozionali

Si intendono promozionali tutti i podcast prodotti da un ente pubblico o privato non deputato in maniera diretta all’istruzione, ma comunque coinvolto nel circuito e fruizione dei beni culturali: musei, biblioteche, archivi, case editrici, associazioni[19]. Grazie alla gratuità e alla facilità di diffusione menzionate più volte, il podcast permette la creazione di community costituendo un’ottima via per la creazione di strategie di marketing mirate al coinvolgimento del pubblico. Il costo ridotto di realizzazione gioca poi un ruolo a favore del podcasting, viste le condizioni di sottofinanziamento in cui spesso si trovano le nostre istituzioni culturali. L’introduzione del podcasting nella didattica museale è parte del fenomeno della digital transformation che ha investito anche le istituzioni museali, imponendo un ripensamento delle strategie di comunicazione che aprano a un pubblico allargato, sperimentando nuove modalità di promozione del proprio patrimonio. Sono molti i musei che nel corso degli ultimi anni hanno realizzato viaggi audio fra le opere di una collezione esposta. Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano ha realizzato una serie podcast in cui si raccontano le esposizioni, le collezioni storiche, e le più belle storie di scienza e tecnologia. Ogni sabato si aggiunge una puntata alla serie La scoperta del Cielo[20], un viaggio astronomico dall’osservazione degli astri all’esplorazione dello Spazio. Nel podcast “Gallerie Leonardo da Vinci”[21] viene invece raccontata la più grande esposizione permanente al mondo dedicata a Leonardo ingegnere e umanista. Trentadue puntate che seguono il percorso espositivo a partire dalla Firenze del Quattrocento, ripercorrendo la formazione di Leonardo e il contributo degli ingegneri toscani fino al soggiorno nella Milano degli Sforza.

Figura 6. Roll up promozionale sul podcast presente nella Galleria Leonardo Da Vinci

Anche il Museo archeologico nazionale di Cagliari[22] ha creato un podcast in cui viene raccontata periodicamente la storia di un reperto particolarmente significativo con un breve audio che ne descrive la forma, il colore e il materiale. L’obiettivo del format era creare uno strumento che rendesse accessibili le opere alle persone disabili, per farle sentire parte integrante della comunità. Il museo che interagisce con la sua audience attraverso un podcast si propone come guida in una conversazione di cui l’ascoltatore si sente parte integrante, sollecitando una risposta e stimolando un engagement che consolida le relazioni tra museo e audience. Allo stesso modo le case editrici si sono lanciate in un’operazione similare. Anche queste si trovano in una condizione analoga a quella di musei e associazioni, vivendo una transizione da analogico a digitale che impone il rinnovamento dell’audience attraverso nuove strategie. Ne è un esempio “Radio Feltrinelli”, il podcast della casa editrice Feltrinelli in cui sono proposti reading, interviste, commenti degli autori sotto lo slogan «Dal libro al computer, dalla pagina al tuo iPod. Scritture in volo. Idee in volo». Tra le serie troviamo quella curata da Eva Cantarella e dedicata a Mitologia e storia nella Grecia antica e a Roma. La casa editrice Laterza ospita i suoi autori più illustri in “Casa Laterza”[23] per interessanti chiacchierate mentre Fondazione Corriere della Sera[24] mette a disposizione i video delle sue prestigiose iniziative culturali. Con Connessioni Digital Edition[25] il Teatro Franco Parenti invita invece relatori d'eccezione per riflettere sul periodo eccezionale che stiamo vivendo.


Bibliografia e sitografia

  1. SALVATORI, Enrica, «Hardcore history: ovvero la storia in podcast», in Memoria e Ricerca, XVII, 30, 2009, pp. 171-187.
  2. Wikipedia sub vocem “Rai Radio 3”, URL: < https://it.wikipedia.org/wiki/Rai_Radio_3 >.
  3. https://www.raiplayradio.it/radio3/generi/storia
  4. https://www.raiplayradio.it/programmi/dallaterraallastoria/
  5. https://www.raiplayradio.it/programmi/ungiornonellastoria/
  6. https://www.focus.it/speciali/podcast-focus-storia-la-voce-della-storia
  7. https://www.facebook.com/BistoryPodcast/
  8. http://www.historycast.org/
  9. SALVATORI, Enrica, op. cit.
  10. https://www.storytel.com/it/it/series/37068-La-bomba-in-testa
  11. https://storielibere.fm/morgana/
  12. https://storielibere.fm/fottuti-geni/
  13. CAMPBELL, Gardner, «There’s something in the air: Podcasting in education», in Educause Review, 40, 6/2005, pp. 32-47, pp.33-34.
  14. MORETTI, Giovanni, MORINI, Arianna Lodovica, «L’utilizzo del podcasting nella didattica universitaria», Università degli Studi Roma Tre - Department of Education (Italy), in ECPS Journal, 21, 2020, pp. 233-253.
  15. https://podcasts.apple.com/it/podcast/storia-medievale/id404822708
  16. https://apps.apple.com/it/app/itunes-u/id490217893
  17. https://www.raiplayradio.it/articoli/2020/05/Scuola-al-via-Maturadio-706674d7-92e5-4534-933f-5f36a142c5a3.html
  18. https://www.miur.gov.it/scuola-digitale
  19. SALVATORI, Enrica, «Hardcore history: ovvero la storia in podcast», in Memoria e Ricerca, XVII, 30, 2009, pp. 171-187.
  20. https://www.museoscienza.org/it/podcast/la-scoperta-del-cielo
  21. https://www.museoscienza.org/it/podcast/gallerie-leonardo-da-vinci
  22. https://museoarcheocagliari.beniculturali.it/attivita/i-podcast-del-museo-archeologico/
  23. https://www.youtube.com/playlist?list=PLSQFQfT2Xkey0QmINdqe0t6ZwwF9eHcUr
  24. https://www.fondazionecorriere.corriere.it/iniziative/
  25. https://www.teatrofrancoparenti.it/casa-parenti/connessioni-digital-edition/



Citazione di questo articolo
Come citare: SASSELLI, Irene . "Podcast storici e tipologie". In: CLIOMATICA - Portale di Storia Digitale e ricerca. Disponibile in: http://lhs.unb.br/cliomatica/index.php/Podcast_storici_e_tipologie. il giorno: 17/05/2024.






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