Mudanças entre as edições de "Natural Language Processing (NLP)"

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<BLOCKQUOTE> «L’ambizione a creare esseri artificiali, meccanici, che svolgessero azioni solitamente svolte da esseri viventi, animali e uomini, è sempre stata nella fantasia dell’uomo, dalle ideazioni degli ingegneri alessandrini alle teste parlanti medioevali, fino ai veri e propri automi (dal greco ''autòmatos'', «che agisce da sé»), macchine che, sulla base di istruzioni, eseguono un’azione o compiono atti di tipo linguistico» <ref>''Ibidem'', p. 5. </ref>. </BLOCKQUOTE>
 
<BLOCKQUOTE> «L’ambizione a creare esseri artificiali, meccanici, che svolgessero azioni solitamente svolte da esseri viventi, animali e uomini, è sempre stata nella fantasia dell’uomo, dalle ideazioni degli ingegneri alessandrini alle teste parlanti medioevali, fino ai veri e propri automi (dal greco ''autòmatos'', «che agisce da sé»), macchine che, sulla base di istruzioni, eseguono un’azione o compiono atti di tipo linguistico» <ref>''Ibidem'', p. 5. </ref>. </BLOCKQUOTE>
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Infatti, l’episteme filosofica cinquecentesca e seicentesca fortemente influenzata dalle diverse scoperte scientifiche che hanno contrassegnato i due secoli, fa emergere come filo conduttore l’intreccio della riflessione intorno agli automi e le lingue artificiali: da Cartesio, ad Hobbes fino ad arrivare a Leibniz la riflessione filosofica fa emergere sempre di più quelli che sono i tratti comuni tra il linguaggio naturale e il linguaggio algebrico. Tuttavia, è soltanto durante il Novecento, in seno a tutte le riflessioni della logica e della filosofia del linguaggio e a fronte di esigenze politiche e belliche, che si concretizza l’idea di costruire delle macchine capaci di manipolare segni linguistici. Infatti, il primo calcolatore logico programmabile, denominato Colossus per le sue dimensioni, è stato messo a punto dagli inglesi nel pieno della Seconda Guerra Mondiale per decriptare le comunicazioni segrete tra Hitler e i suoi generali – queste ultime, a loro volta, criptate mediante la macchina Enigma. 
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Edição das 17h57min de 31 de março de 2021

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Storia dell’NLP

Il Natural Language Processing (NLP), nella sua definizione più generale, si riferisce al trattamento automatico del linguaggio mediante l’uso di strumenti elettronici di computazione, ossia di computer. Sotto una certa luce, la Linguistica Computazionale (LC) e l’NLP possono essere concepite come due facce della medesima medaglia. D’altra parte, però, secondo alcuni studiosi questa concezione può essere riduzionistica e semplicistica. Nella Prefazione di Tullio De Mauro al libro di Isabella Chiari Introduzione alla linguistica computazionale, lo studioso sottolinea la necessità di distinguere il piano teorico dal piano applicativo: il primo, è il piano di una teoria o scienza generale tesa all’analisi descrittiva delle lingue mediante l’uso dei computer; il secondo, è il cosiddetto piano dello sviluppo delle tecnologie ingegneristiche e computazionali – nelle parole di De Mauro «di quegli straordinari prolungamenti automatizzati delle nostre mani e occhi e della nostra memoria che sono i computer e le loro applicazioni» [1] . Se nella storia questi due ambiti hanno seguito talvolta un andamento parallelo, ormai i loro percorsi convergono e si intrecciano sempre più intensamente per andare a restituire un resoconto plurale e quindi sempre più fedele alla problematicità di ciò che va sotto il nome di ‘lingua’ e di tutte le sue manifestazioni. Inoltre, se è vero che le riflessioni intorno alla natura del linguaggio e al suo funzionamento hanno radici tanto solide quanto lontane nella storia dell’uomo – dall’antichità fino ad oggi – è altrettanto vero che anche le riflessioni intorno alla creazione di esseri artificiali e linguaggi formali poggiano le loro fondamenta in là nel tempo.

«L’ambizione a creare esseri artificiali, meccanici, che svolgessero azioni solitamente svolte da esseri viventi, animali e uomini, è sempre stata nella fantasia dell’uomo, dalle ideazioni degli ingegneri alessandrini alle teste parlanti medioevali, fino ai veri e propri automi (dal greco autòmatos, «che agisce da sé»), macchine che, sulla base di istruzioni, eseguono un’azione o compiono atti di tipo linguistico» [2].

Infatti, l’episteme filosofica cinquecentesca e seicentesca fortemente influenzata dalle diverse scoperte scientifiche che hanno contrassegnato i due secoli, fa emergere come filo conduttore l’intreccio della riflessione intorno agli automi e le lingue artificiali: da Cartesio, ad Hobbes fino ad arrivare a Leibniz la riflessione filosofica fa emergere sempre di più quelli che sono i tratti comuni tra il linguaggio naturale e il linguaggio algebrico. Tuttavia, è soltanto durante il Novecento, in seno a tutte le riflessioni della logica e della filosofia del linguaggio e a fronte di esigenze politiche e belliche, che si concretizza l’idea di costruire delle macchine capaci di manipolare segni linguistici. Infatti, il primo calcolatore logico programmabile, denominato Colossus per le sue dimensioni, è stato messo a punto dagli inglesi nel pieno della Seconda Guerra Mondiale per decriptare le comunicazioni segrete tra Hitler e i suoi generali – queste ultime, a loro volta, criptate mediante la macchina Enigma.


Bibliografia e sitografia

  1. Chiari I., Introduzione alla linguistica computazionale, 2007, p. V.
  2. Ibidem, p. 5.



Citazione di questo articolo
Come citare: MESINA, . "Natural Language Processing (NLP)". In: CLIOMATICA - Portale di Storia Digitale e ricerca. Disponibile in: http://lhs.unb.br/cliomatica/index.php/Natural_Language_Processing_(NLP). il giorno: 1/07/2024.






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