Mudanças entre as edições de "Piattaforme di Crowdsourcing"

De Cliomatica - Digital History
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Negli ultimi anni le piattaforme di crowdsourcing sono state chiamate ad ampliare lo sguardo verso nuove tecniche come il data mining o la visualizzazione e interrogazione di grandi volumi di dati raccolti spesso da utenti volontari. Inoltre, anche la letteratura stessa sull’argomento si sta ampliando sempre di più sia nel settore delle Digital Humanities, sia in quello GLAM, e questo può sicuramente aiutare coloro che stanno valutando di intraprendere un progetto di Crowdsourcing in questi campi del sapere.
 
Negli ultimi anni le piattaforme di crowdsourcing sono state chiamate ad ampliare lo sguardo verso nuove tecniche come il data mining o la visualizzazione e interrogazione di grandi volumi di dati raccolti spesso da utenti volontari. Inoltre, anche la letteratura stessa sull’argomento si sta ampliando sempre di più sia nel settore delle Digital Humanities, sia in quello GLAM, e questo può sicuramente aiutare coloro che stanno valutando di intraprendere un progetto di Crowdsourcing in questi campi del sapere.
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=== '''I benefici di una piattaforma di crowdsourcing''' ===
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Quali possono essere i vantaggi di creare una piattaforma di crowdsourcing per istituzioni che lavorano nelle DH?  Il principale vantaggio è sicuramente quello di provare a raggiungere obiettivi che l'istituzione stessa (il gruppo di ricerca) non riuscirebbe a conseguire per mancanza di risorse che riguardano principalmente questioni di tempo, di personale e finanziarie. Inoltre, permette di coinvolgere attivamente la comunità creando nuovi gruppi di utenti e far interagire questi ultimi con le risorse che possiede.
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Questo risulta fondamentale perché consente di utilizzare conoscenze, competenze e interessi esterni e di migliorare la qualità dei dati che a loro volta possono aggiungere valore alle successive esperienze di ricerca.
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Dunque la relazione, il coinvolgimento e l’interazione con gli utenti sono al tempo stesso sia le fondamenta su cui poggiano questi tipi di progetti sia ciò che li rende utili e vantaggiosi.
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Oltre a questo, l’acquisizione delle opinioni e dei desideri degli utenti, mostrare la rilevanza e l'importanza dell'istituzione (e delle sue collezioni) in base al livello di interesse pubblico per il progetto e infine incoraggiare un senso di proprietà pubblica e responsabilità nei confronti delle collezioni di beni culturali, sono benefici che l’utilizzo del crowdsourcing può apportare a chi lavora nel settore delle Digital Humanities e dei GLAM.
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=== '''Perché piattaforme di materiale culturale?''' ===
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Edição das 22h53min de 9 de abril de 2021

Tempo di lettura 6 minuti - per Melighetti


Con l’avvento del Web 2.0, la rete si è trasformata da un’esperienza digitale basata prettamente sulla lettura a un tipo di esperienza co-creativa, grazie all’emersione di una serie di piattaforme, commerciali e non, che consentono a utenti interessati di contribuire con le proprie esperienze, conoscenze e tempo alla creazione di informazione. Infatti, in questi ultimi anni si è rafforzato l’utilizzo - in numerosi ambiti - del crowdsourcing, ovvero l’impego di attività compiute da volontari digitali volte a migliorare la qualità e/o ampliare l'accesso alle raccolte online.

Il crowdsourcing, dunque, è il prodotto di un evidente cambiamento culturale nelle tecnologie del Web e prevede il contributo di una vasta comunità online per intraprendere un compito specifico, creare contenuti o raccogliere idee. La prima generazione del Web era stata dominata da siti statici e da motori di ricerca che consentivano esclusivamente la ricerca delle informazioni. Tuttavia, lo sviluppo di piattaforme online che consentivano e incoraggiavano un dialogo biunivoco ha favorito la partecipazione pubblica e la creazione di conoscenza, passando a una nuova fase chiamata appunto "Web 2.0". Per questa trasformazione bisogna dare merito alle grandi aziende che per prime iniziarono a usare nuove piattaforme per esternalizzare il lavoro ai privati, coniando il termine "crowdsourcing" come combinazione neologistica di "outsourcing" (il ricorso ad aiuto esterno) e "crowd" (folla).

Il crowdsourcing ha il potenziale per aiutare a costruire un patrimonio culturale più aperto, connesso e intelligente, coinvolgendo consumatori e fornitori:

  • aperto perché i dati sono aperti, condivisi e accessibili;
  • connesso perché l'uso di dati collegati consente infrastrutture interoperabili, con gli utenti e fornitori sempre più connessi;
  • intelligente perché l'uso delle tecnologie ci consente di fornire dati stimolanti a utenti interessati, nel giusto contesto e in maniera continua e aggiornata.

Crowdsourcing and Digital Humanities

Molti aspetti del crowdsourcing sono utili a chi dedica il proprio lavoro alla storia e alla cultura, e in particolare ai cosiddetti GLAM (Gallerie, Biblioteche/Libraries, Archivi e Musei) che hanno da sempre cercato di coinvolgere e raggiungere un ampio pubblico promuovendo le loro collezioni. Tuttavia, non bisogna dimenticare che il "il crowdsourcing è un concetto che è stato inventato e definito nel mondo degli affari ed è importante riformularlo quando lo portiamo nel patrimonio culturale" [1] . Infatti, in base al settore di interesse l’approccio da tener presente per creare una piattaforma di crowdsourcing sarà diverso. Se il progetto riguarderà le DH l'interfaccia della piattaforma dovrà tenere conto delle peculiarità di questa metadisciplina.

A partire dal 2010 sono nati una serie di progetti nel settore del patrimonio culturale in cui si richiedeva al pubblico vari tipi di aiuti con l’ausilio di una interfaccia amichevole.

Una delle prime e delle più riuscite è una combinazione di crowdsourcing storico e scientifico, chiamata Old Weather [2] , che invita il grande pubblico a trascrivere le osservazioni meteorologiche annotate nei registri di bordo delle navi dalla metà del XIX secolo ai giorni nostri per contribuire alle proiezioni dei modelli climatici e migliorare la nostra conoscenza delle condizioni ambientali del passato.

Negli ultimi anni le piattaforme di crowdsourcing sono state chiamate ad ampliare lo sguardo verso nuove tecniche come il data mining o la visualizzazione e interrogazione di grandi volumi di dati raccolti spesso da utenti volontari. Inoltre, anche la letteratura stessa sull’argomento si sta ampliando sempre di più sia nel settore delle Digital Humanities, sia in quello GLAM, e questo può sicuramente aiutare coloro che stanno valutando di intraprendere un progetto di Crowdsourcing in questi campi del sapere.

I benefici di una piattaforma di crowdsourcing

Quali possono essere i vantaggi di creare una piattaforma di crowdsourcing per istituzioni che lavorano nelle DH? Il principale vantaggio è sicuramente quello di provare a raggiungere obiettivi che l'istituzione stessa (il gruppo di ricerca) non riuscirebbe a conseguire per mancanza di risorse che riguardano principalmente questioni di tempo, di personale e finanziarie. Inoltre, permette di coinvolgere attivamente la comunità creando nuovi gruppi di utenti e far interagire questi ultimi con le risorse che possiede.

Questo risulta fondamentale perché consente di utilizzare conoscenze, competenze e interessi esterni e di migliorare la qualità dei dati che a loro volta possono aggiungere valore alle successive esperienze di ricerca.

Dunque la relazione, il coinvolgimento e l’interazione con gli utenti sono al tempo stesso sia le fondamenta su cui poggiano questi tipi di progetti sia ciò che li rende utili e vantaggiosi.

Oltre a questo, l’acquisizione delle opinioni e dei desideri degli utenti, mostrare la rilevanza e l'importanza dell'istituzione (e delle sue collezioni) in base al livello di interesse pubblico per il progetto e infine incoraggiare un senso di proprietà pubblica e responsabilità nei confronti delle collezioni di beni culturali, sono benefici che l’utilizzo del crowdsourcing può apportare a chi lavora nel settore delle Digital Humanities e dei GLAM.

Perché piattaforme di materiale culturale?

Bibliografia e sitografia

  1. Owens, Trevor, 2012
  2. http://www.oldweather.org/



Citazione di questo articolo
Come citare: MELIGHETTI, . "Piattaforme di Crowdsourcing". In: CLIOMATICA - Portale di Storia Digitale e ricerca. Disponibile in: http://lhs.unb.br/cliomatica/index.php/Piattaforme_di_Crowdsourcing. il giorno: 1/07/2024.






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