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Podcast storici e tipologie

De Cliomatica - Digital History

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Il podcast è il mezzo di comunicazione che esalta – come nel mondo analogico è la radio – la dimensione uditiva, e costituisce uno strumento versatile e idoneo alla trasmissione orale di contenuti storici. A livello letterale, il termine “podcast” è infatti la combinazione delle parole inglesi “pod”, un riferimento esplicito al più famoso e originario supporto con cui questi contenuti sono stati inizialmente diffusi (l’iPod), e “cast”, da broadcast, ovvero spargere e diffondere. Il termine fu coniato nel 2004 dal giornalista del «The Guardian» Ben Hammersley, che cercò di dare un nome e classificare un fenomeno all'epoca in espansione negli Stati Uniti: la diffusione di file audio a livello capillare tramite la creazione di feed RSS, ossia di strumenti digitali in grado di "abbonare" qualunque utente al programma desiderato senza per questo dover costruire una vera e propria "radio". Il motore di questo fenomeno è stato ed è tuttora il Web in combinazione con la diffusione di oggetti (device) che permettono l’ascolto in streaming oppure offline in qualsiasi luogo e momento, facilitando in questo modo la fruizione del podcast. Possiamo suddividere i podcast per ambiti tematici, per modalità di realizzazione oltre che per la tipologia del produttore, passando poi a illustrare podcast storici italiani. All’inizio del podcasting si è creata una sorta di “lotta” tra podcasting indipendente e quello più strutturato, organizzato da canali radio-televisivi. La potenza di diffusione e capacità tecniche di questi ultimi ne decreta una superiorità evidente, ma entrambe le tipologie sono cresciute e si sono sviluppate nel tempo, creando spesso anche realtà ibride.

Podcast radiofonici e televisivi

I podcast prodotti da emittenti radiofoniche e televisive hanno un’alta qualità audio e una veste professionale. In Italia, fino a tempi recenti, il podcasting veniva utilizzato principalmente per rendere disponibile la programmazione in differita [1]. Per molto tempo radio e televisione hanno infatti visto il podcast solo come uno strumento di diffusione in grado di superare i limiti temporali e geografici della messa in onda, senza però che ne venissero esplorate le effettive potenzialità. I contenuti non variavano rispetto alla trasmissione analogica e obbedivano alle logiche di programmazione radio o televisive. Solo a negli ultimi anni abbiamo assistito a una programmazione con contenuti originali, creati ad hoc per il nuovo mezzo di comunicazione, che è diventato spesso protagonista anche di strategie di marketing per combattere la crisi dei media tradizionali. Fra gli esempi vincenti di podcast radiofonici e televisivi a tema storico troviamo le trasmissioni di Rai Radio 3, la terza emittente radiofonica pubblica italiana edita dalla Rai e diretta da Marino Sinibaldi. È la quattordicesima in classifica tra le radio nazionali più ascoltate d'Italia[2] e ha reso disponibile la sua programmazione dedicata alla Storia attraverso il proprio sito web [3] in cui è possibile fruire non solo contenuti on demand ma anche trasmissioni realizzate ad hoc.

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Ne è un esempio il programma “Dalla terra alla storia”[4] che nel 2020 giunge al terzo anno di trasmissione. Obiettivo del podcast è quello di percorrere un viaggio tra le più grandi scoperte dell'archeologia e nella storia dell'uomo, dando voce ai protagonisti delle missioni, gli archeologi, che in prima persona raccontano le sensazioni provocate negli attimi straordinari delle loro scoperte. “Un giorno nella storia”[5] affida invece la sua narrazione a storici e giornalisti di rilievo (tra i nomi Carlo Greppi, Miguel Gotor, Lirio Abate, Antonella Beccaria), il cui compito è ricordare e trasmettere gli avvenimenti di giorni particolarmente importanti per la storia del nostro paese come, ad esempio, le giornate del 25 aprile 1945 e del 9 maggio 1978. Le cronache sono arricchite da frammenti sonori d’epoca tratti dagli archivi della Rai, che interrompono la normale narrazione proprio nell'orario esatto in cui accaddero gli eventi raccontati. Tra le voci note anche Focus ha realizzato un podcast storico intitolato “La Voce della Storia”[6]. Ogni settimana è il luogo in cui viene approfondito un tema storico o in cui viene riletto un avvenimento di attualità in chiave storica. Il programma è disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming come Spotify, Apple Podcast, Google Podcast e Deezer. La sfida viene raccolta anche da emittenti meno note che per innovare e restare al passo con i tempi si dedicano alla realizzazione di contenuti storici in forma audio. È il caso di “Bistory”[7] podcast prodotto e diretto per NeverWasRadio, con una durata media di 25 minuti a puntata in cui si raccontano le avventure e le particolarità di personaggi storici più o meno noti, selezionando vite e gesta con un bisturi (da qui il nome del podcast) che indaga il lato B della storia.

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Podcast Indipendenti

Il podcast è uno strumento di produzione di contenuti sonori che presenta due rilevanti vantaggi: è economico, dato che non richiede l’acquisto di attrezzature costose, al massimo un buon microfono, ed è semplice da realizzare non richiedendo il possesso di elevate capacità informatiche. Queste due caratteristiche lo rendono un mezzo di comunicazione potente, estremamente diffuso, in grado di dare chiunque la possibilità di divenire autore, editore e/o produttore di informazione formato audio. Si trova quindi in rete una moltitudine di podcast indipendenti dedicati anche alla storia, realizzati da appassionati e spesso non storici di professione. Il primo podcast storico italiano nasce nel 2006 grazie a Enrica Salvatori, docente associato al dipartimento di Storia dell’Università di Pisa. “Historycast”[8], format composto da puntate di mezz’ora su eventi storici e personaggi del passato è stato vincitore del premio EPA – European Podcast Award come miglior podcast italiano nel 2010. Un audio percorso originale attraverso la storia, letto attraverso visioni divergenti e arricchito da schede e link di approfondimento e da una ricca bibliografia, con l’obiettivo di far percepire l’importanza della conoscenza storica ma soprattutto i rischi che derivano dall’accettazione acritica di una sola lettura del passato. Il podcast è infatti arricchito dalla rubrica “Storiusando”, in cui si mostra come la storia sia spesso stata piegata all’uso dell’uomo. Non dovendo rispondere alla comunità scientifica, né ad autorità di alcun tipo, questa tipologia di podcast si compone di una varietà di prodotti dalle forme più disparate: da trasmissioni artigianali e sporadiche, senza post-produzione, a trasmissioni con pubblicazioni a cadenza regolare con una cura del sonoro più elevata. Anche i contenuti non sono standardizzati: possiamo ascoltare podcast dalle tematiche quasi casuali, legate a fatti di cronaca ed eventi quotidiani, o prodotti più strutturati che seguono un filone tematico ben preciso. Generalmente hanno maggior successo i podcast dai temi generici che spaziano nel tempo mentre i pochi podcast “tematici” esistenti sono tuttavia in genere di qualità superiore alla media[9]. Tra questi, molti sono quelli incentrati sull’identità di una nazione o comunità, che risvegliano la curiosità e il desiderio ancestrale della scoperta delle proprie radici e origini. Ne è un esempio “La Bomba in testa”[10], podcast lanciato a dicembre 2019 come esclusiva della piattaforma Storytel. Realizzato da Nicolò Porcelluzzi e prodotto da Carlo Annese, racconta in 6 episodi della durata di 20 minuti circa i retroscena del terrorismo italiano degli anni Settanta. Sasselli 3.png La “lotta armata” viene raccontata a chi, in quel periodo, non era ancora nato e ne ha sentito parlare sui banchi di scuola o nei racconti di genitori e nonni: i millennials, ovvero i nati fra il 1981 e il 1996. L’obiettivo non è solo la trasmissione dei fatti ma soprattutto la demistificazione di miti e pregiudizi attraverso un racconto in ordine cronologico degli omicidi e delle rapine commesse dalle Brigate Rosse e dagli altri gruppi terroristici di sinistra attivi nello stesso periodo. Il rischio della tipologia dei podcast indipendenti è dettato dall’autore che, in veste di storico dilettante, può ridursi alla mera raccolta di fonti e commento semplicistico di un determinato argomento storico. Di maggior valore sono invece i prodotti sì di autodidatti ma che, consapevoli di esserlo, trasformano il podcast in un servizio volto all’informazione veicolando interviste, recensioni e notizie legate all’attualità. Si evita così la sintesi enciclopedica e le interpretazioni soggettive e personali. Questo il carattere di storielibere.fm, una piattaforma di podcast audio affidati a narratori militanti, con un progetto di narrazione e intrattenimento il cui slogan è “Scritto a voce”. Qui si trovano storie sempre nuove, seriali e non, che non richiedono l’attenzione esclusiva ma in grado di regalare momenti di intrattenimento e approfondimento. Di rilievo il podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri “Morgana”[11] in cui ascoltare le storie di donne anticonvenzionali del presente, passato e futuro, donne fuori dagli schemi e lontane dagli stereotipi che si inseriscono in un racconto mai come adesso attuale. Si parla di donne che con le proprie vite e il proprio lavoro hanno contribuito o contribuiscono a colmare il gender gap proprio partendo dalla possibilità e capacità di gestire in autonomia il proprio denaro. Sasselli 4.png Tra i programmi proposti e veicolati da storielibere.fm troviamo anche “F***ing genius”[12], podcast dedicato al racconto di grandi figure che hanno cambiato la nostra evoluzione, talenti che hanno modificato la traiettoria della nostra cultura e della nostra civiltà. Il racconto è affidato in questo caso al fisico e divulgatore scientifico Massimo Temporelli ed è possibile fruirlo, come per il precedente, su Apple Podcast, Spotify, Spreaker, storielibere.fm. La diffusione del podcast indipendente è quindi spesso facilitata dalla sua gratuità, caratteristica che ne rende però ardua la sopravvivenza. Gli autori investono tempo e denaro per la creazione di prodotti commerciali senza però essere remunerati. La selezione è forte e non sempre legata alla qualità. Può accadere che prodotti di valore spariscano e che ne sopravvivano altri di qualità inferiore ma con una community più fidelizzata e disponibile al supporto.

Podcast didattici

L’utilizzo del podcasting nei contesti educativi, in particolare nell’istruzione superiore, è progressivamente aumentato come mezzo per arricchire i percorsi di formazione a diversi livelli. Si individuano come podcast didattici quelli di docenti di scuole o università, prodotti non solo frutto di una registrazione da parte di un docente, ma che corrispondono anche a lezioni effettivamente svolte in aula o comunque nelle accademie in cui i docenti lavorano. Molteplici sono le ragioni che motivano gli studenti ad ascoltare nuovamente le lezioni: la possibilità di individualizzare l’apprendimento fa si che si possano recuperare le lezioni perse, che si possa riflette e approfondire ulteriormente concetti o aspetti complessi di un certo insegnamento, e soprattutto che si possa avere un ausilio ulteriore in preparazione di un esame. Data la grande disponibilità di materiale oggi a disposizione, l’utente-studente può provare a creare il suo percorso di lifelong learning in ambito storico, da fruire ovunque e in qualsiasi momento. La scelta dell’opzione solo audio, escludendo il video, viene perseguita principalmente per una riduzione dei costi e per favorire la massima accessibilità ai contenuti da parte degli studenti. Dalle ricerche di Gardner Campbell[13] emerge come il podcast possa sostenere gli studenti nel loro percorso di apprendimento come risorsa di informazioni ma anche come fonte di motivazione. Sostiene infatti che la voce umana dia una connotazione personale e informale ai contenuti, guidando lo studente nell’ascolto e di conseguenza nello studio.

Secondo i dati emersi dallo studio pubblicato da Giovanni Moretti e Arianna Lodovica Morini nell’articolo «L’utilizzo del podcasting nella didattica universitaria»<ref>MORETTI, Giovanni, MORINI, Arianna Lodovica, «L’utilizzo del podcasting nella didattica universitaria», Università degli Studi Roma Tre - Department of Education (Italy), in ECPS Journal, 21, 2020, pp. 233-253.</r, ef>, suddividendo le tipologie di studente in tre categorie (Studente full time, Studente Lavoratore, Studente e lavoratore full time), emerge come il lavoratore full time rappresenti colui che si avvale maggiormente della risorsa podcast audio, soprattutto nei momenti di pausa o durante gli spostamenti (Tabella 1).
  1. SALVATORI, Enrica, «Hardcore history: ovvero la storia in podcast», in Memoria e Ricerca, XVII, 30, 2009, pp. 171-187.
  2. Wikipedia sub vocem “Rai Radio 3”, URL: < https://it.wikipedia.org/wiki/Rai_Radio_3 >.
  3. https://www.raiplayradio.it/radio3/generi/storia
  4. https://www.raiplayradio.it/programmi/dallaterraallastoria/
  5. https://www.raiplayradio.it/programmi/ungiornonellastoria/
  6. https://www.focus.it/speciali/podcast-focus-storia-la-voce-della-storia
  7. https://www.facebook.com/BistoryPodcast/
  8. http://www.historycast.org/
  9. SALVATORI, Enrica, op. cit.
  10. https://www.storytel.com/it/it/series/37068-La-bomba-in-testa
  11. https://storielibere.fm/morgana/
  12. https://storielibere.fm/fottuti-geni/
  13. CAMPBELL, Gardner, «There’s something in the air: Podcasting in education», in Educause Review, 40, 6/2005, pp. 32-47, pp.33-34.