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Storia e social media

De Cliomatica - Digital History
Tempo di lettura 15 minuti - per Alice Baroni


Caratteristiche

Per social media o social network si intendono quei servizi web che consentono la condivisione da parte degli utenti di contenuti di vario formato, anche generati da loro stessi, e rispondono alla filosofia del web 2.0 [1]. I termini social network e social media sono spesso usati come sinonimi ma è doveroso spiegare la differenza e tenere di conto della sfumatura di significato; il primo indica una serie di servizi online che racchiudono una rete di persone, o meglio una struttura sociale con interessi comuni. Il secondo invece, definisce il software o l’applicazione creati per produrre e condividere contenuti. Inoltre, i social media vengono spesso suddivisi in categorie che definiscono la tipologia di contenuto creata e condivisa dagli utenti.

Queste applicazioni hanno una propria natura e nomenclatura che può variare a seconda della funzione che si apprestano a svolgere. In linea generica permettono agli utenti interessati di:

  • creare un profilo personale solitamente, visibile a coloro che sono iscritti;
  • costruire lista/e di utenti con cui connettersi ed interagire;
  • creare e pubblicare contenuti di vario genere.

Ogni piattaforma poi si differenzia per determinate caratteristiche, peculiari servizi e usi che gli utenti praticano all’interno della rete sociale [2] . In questo spazio sociale virtuale vengono spesso a formarsi anche delle “comunità” specifiche, basate su passioni e interessi comuni.

Con l’avvento dei social la rete funge quindi da collante per gli individui, che a loro volta aggiungono valore alle piattaforme utilizzate, fornendo contenuti, ricevendo informazioni e al tempo stesso esprimendo sentimenti e pensieri. I social network sono tra le realtà più innovative del mondo digitale emerse in questo inizio di XXI secolo: favoriscono lo scambio e la divulgazione di idee, pensieri, sentimenti e documenti, testimoniano sentimenti, idee, preferenze del pubblico, consentendo anche lo sfruttamento a fini commerciali e / o di ricerca di questo preziosissimo materiale, mai prima di ora disponibile [3].

Grazie alle tecnologie, i contenuti prodotti nel social network sono natura assi varia: gli utenti sono liberi di produrre e condividere testi, foto, video e audio, gif animate, giochi, ipertesti. Così facendo di fatto condividono anche sapere, conoscenze competenze.

Molti social network offrono la possibilità di ‘valutare’ ed ‘esprimere’ approvazione o meno, rispetto a una pubblicazione condivisa da un altro utente attraverso cuori (o like), commenti o emoticon: questo rende quindi i social network anche piattaforme estremamente utili a promuovere iniziative di vario genere, comprese quelle a carattere storico-culturale.

Bibliografia

  1. Sociologia dei new media di Renato Stella, Claudio Riva, Cosimo Marco Scarcelli, Utet Università, 2018
  2. Tiago Gil 2015, «Storici e informatica: l’uso dei database (1968-2013)», Memoria e ricerca, 50, p. 161-178
  3. Marco Massarotto, Social Network: costruire e comunicare identità in Rete, Apogeo, 2011
  4. S. Noiret, Digital Public History narratives with Photographs. «Public History Weekly» 3 (2015) 31


Storia dei social media

Figura 1: Piattaforme e reti sociali introdotte dal web 2.0
Il web 2.0, come illustra lo schema della Figura 1, ha introdotto piattaforme e reti sociali interattive ed ha avviato nuove forme di comunicazione e pubblici diversi.



Figura 2: Logo social media "Sixdegrees"
Per quanto riguarda le reti sociali a fine anni 90, il mondo virtuale inizia a prendere campo, infatti il primo social media comparve nel 1997 con il nome di Sixdegre [4] , il cui logo è riportato in figura 2, creato dallo statunitense Ellison. L’obiettivo di questo sito web era di mettere in contatto persone in rete con cui stabilire relazioni digitali. La logica su cui si basava era incentrata sulla teoria dei sei gradi di separazione di Milgram [5].



Figura 3: Interfaccia visualizzata da un utente che utilizzava "Friendster"
Qualche anno più tardi, precisamente nel 2002, venne coniato per la prima volta il termine social network [6] grazie a Friendster [7] , un nuovo social media che permetteva la nascita di profili personali (figura 3).


Sempre negli USA continuarono a prendere campo nuovi siti web come Ryze [8] , di Adrian Scott, social network per i professionisti.


Figura 4: Esempio di profilo MySpace
Nello stesso anno molti utenti iniziarono ad usare un altro social media: MySpace [9] (figura 4), che voleva essere uno spazio per i giovani. La fortuna di questo social risiedeva in un bug (ossia in un errore di programmazione) all’interno del sito, grazie al quale gli utenti scoprirono di poter personalizzare le pagine del social. Proprio a causa di questo "inconveniente" il pubblico all’interno del social network tendeva a crescere esponenzialmente, poiché vi trovava un luogo dove condividere i propri pensieri ed esprimere la propria capacità creativa.

Nel 2005 MySpace venne venduto a News Corporation e il successo ottenuto iniziò a scemare.


Figura 5: Esempio delle attività e di post possibili su LinkedIN
Il 2003 fu un anno importante per i social media poiché grazie a Hoffman e ad alcuni membri di Paypal [10] venne lanciato LinkedIN [11] , piattaforma interamente dedicata al mondo del lavoro dove le relazioni sono utili per la carriera. In questo social network il profilo personale è il proprio curriculum vitae e le relazioni sono basate totalmente sull’ambito professionale. La figura 5 mostra l’interfaccia grafica di attività svolte da alcuni profili all’interno del social.


Figura 6: Profilo di Zuckerberg agli albori di Facebook
lI 4 febbraio 2004 grazie a Mark Zuckerberg comparve “The Facebook” [12] , inizialmente era la versione online dell’annuario di Harvard, si trasformò tuttavia ben presto in un vero e proprio social network. Le due caratteristiche principali, fin dagli albori, sono state legate alla possibilità di creare un proprio profilo e di restare in contatto con le persone conosciute. La figura 6 mostra il profilo personale del fondatore, quando il social network, era solo per gli studenti di Harvard. Oggi l’interfaccia con cui si presenta Facebook è molto differente e sono state enormemente ampliate le sue funzionalità.


Due anni dopo, il 15 Luglio 2006, è il momento di Twitter [13] , il quale offriva inizialmente un servizio di messaggistica per piccoli gruppi. Attualmente è tra i social network più popolari, grazie alla sua semplicità ed immediatezza. I post condivisibili, chiamati tweet, possono contenere al massimo 140 caratteri e sono visibili a tutti, a meno che l’utente creatore del post, non ne limiti la visibilità. Twitter è una delle fonti migliori per gli storici della contemporaneità, poiché permette agli utenti di inserire hastag, utili a categorizzare i diversi contenuti. Inoltre, è l’unico social ad aver depositato i contenuti prodotti presso la Library of Congress di Washington.

Figura 7: Piattaforma Academia.edu
Oggi i social media presenti in rete sono numerosi; Facebook, Twitter e LinkedIN hanno tenuto il passo, e grazie ai loro aggiornamenti vantano sempre numerosi iscritti, oltre a nuove attività ogni anno. Nel mondo web sono comparse con il tempo, nuove piattaforme che hanno guadagnato grande popolarità. Tra le più note: Instagram [14] , social media che permette all’utente di condividere le proprie foto, commentare, mettere like e chattare. Anche le app di dating [15] , come Tinder [16] , hanno riscosso molto successo, e nondimeno sono state le piattaforme di messaggistica. Sia Whatsapp [17] che Telegram [18] , infatti, vengono ad oggi utilizzate per poter parlare con amici, parenti, colleghi o semplicemente entrare in gruppi con persone che hanno interessi comuni.

Con la crescita sempre più del digitale e dei social network, sono state pensate delle piattaforme social, apposite per depositare articoli e per scambiarsi materiali di ricerca. Queste hanno favorito lo scambio e la collaborazione tra ricercatori, studenti e studiosi autonomi. Due esempi di social che hanno favorito la pubblicazione di materiale accademico o semplici riassunti sono Acdemia.edu [19] (Figura 7) o Research.gate [20] .

Di fatto questi social hanno in parte supplito alla difficoltà delle accademie e dei centri di ricerca di creare proprie reti di scambio, creando servizi di contatto reciproco particolarmente utili all'ambito umanistico, pur con evidenti difetti. Entrambi hanno lo scopo di dare ai ricercatori e alle loro pubblicazioni massima visibilità, ma a differenza di archivi aperti istituzionali, sono aziende a scopo di lucro, quindi da gratuiti potrebbero diventare a pagamento e nel caso l’investimento non risultasse più redditizio, potrebbero anche sparire, con conseguente perdita dei dati caricati dai vari utenti. Altro rischio di queste reti sociali che favoriscono la pubblicazione di documenti e lo scambio di materiale accademico, riguarda il diritto d’autore, infatti queste piattaforme possono vendere a terzi ciò che gli utenti condividono sulla piattaforma.

Zotero [21] è un software, libero e open source, utile a gestire i riferimenti bibliografici e dei materiali ad essi correlati. Grazie a questa piattaforma è possibile condividere la propria bibliografia, creando gruppi di collaborazione formati da persone che sono legate da interessi comuni. Zotero è una reta sociale, all’interno della quale è possibile scoprire se ci sono persone che fanno ricerche simili alle nostre, consultare i loro curricula e bibliografie, avere un profilo personale per interagire con il lavoro degli altri utenti.

Bibliografia

  1. Articolo di Silvia Pasqualotto, Una relazione su 3 nasce online e le app di dating valgono 4,6 milirdi, su “Il sole 24 ore”, 14 febbraio 2018.
  2. Marco Massarotto, Social Network. Costruire e comunicare identità in rete, Apogeo, 2011.
  3. Sociologia dei new media di Renato Stella, Claudio Riva, Cosimo Marco Scarcelli, Utet Università, 2018
  4. Barabasi, Link. La scienza delle reti, Feltrinelli, 2004
  5. Sociologia dei new media di Renato Stella, Claudio Riva, Cosimo Marco Scarcelli, Utet Università, 2018.
  6. Eva Perasso, I primi 25 iscritti a Facebook, “Corriere della sera”, 7 febbraio 2013 <https://www.corriere.it/tecnologia/social/13_febbraio_06/facebook-primi-25-iscritti_bd06155e-704c-11e2-8bc7-4a766e29b99e.shtml>, 27/12/2020
  7. Psicologia del lavoro, <https://www.psicologiadellavoro.org/social-media-e-social-network-dalle-origini-ad-oggi/>, 27/12/2020


Bibliografia e sitografia

  1. Da enciclopedia Treccani: Termine che sta ad indicare la seconda diffusione di internet, caratterizzata, come maggiore interazione tra utente e sito. URL [1], 28/12/2020
  2. Sociologia dei new media di Renato Stella, Claudio Riva, Cosimo Marco Scarcelli, Utet Università, 2018, pp 85-109
  3. M. Massarotto, Social Network: costruire e comunicare identità in Rete, Apogeo, 2011, pp 38-70
  4. Wikipeida voce “Sixdegree”: URL [2].
  5. Sociologia dei new media di Renato Stella, Claudio Riva, Cosimo Marco Scarcelli, Utet Università, 2018. Esperimento messo in pratica da Milgram, volto a dare una conferma scientifica alla “teoria del piccolo mondo”. Scelse alcuni cittadini americani del Midwest, e chiese loro di spedire una lettera ad un abitante del Massachussets a loro del tutto estraneo. I partecipanti all’esperimento conoscevano il nome del destinatario e lo Stato dove viveva, ma non l’indirizzo. Fu quindi chiesto di inviare la lettera alla persona di loro conoscenza che ritenessero avere più probabilità di conoscere il destinatario. Questa persona avrebbe poi a sua volta eseguito lo stesso compito, fino ad arrivare a consegnare la lettera al prescelto. L’esperimento dimostrò che, per arrivare al destinatario finale, in tutti i casi ci vollero fra i cinque e i sette passaggi. La pubblicazione di questi risultati sulla rivista “Psychology Today” e l’eco che ne derivò portò alla nascita dell’espressione “sei gradi di separazione” come la conosciamo oggi e alla sua rapida diffusione.
  6. Massarotto, Social Network.cit. p. 9.
  7. Wikipeida voce “Friendster”: URL [3], 27/12/2020.
  8. Wikipedia voce “Ryze”: URL [4], 27/12/2020.
  9. Wikipedia voce “MySpace”: URL [5], 27/12/2020.
  10. Paypal: URL [6], 28/12/2020. Servizio che ti consente di pagare, inviare denaro e accettare pagamenti in modo più rapido, semplice e sicuro, senza dover immettere ogni volta i tuoi dati finanziari.
  11. LinkedIn: URL [7].
  12. Facebook: URL [8]. Attualmente è il social network più famoso e utilizzato al mondo.
  13. Twitter: URL [9].
  14. Instagram: URL [10].
  15. Articolo di Silvia Pasqualotto, Una relazione su 3 nasce online e le app di dating valgono 4,6 milirdi, su “Il sole 24 ore”, 14 febbraio 2018. URL [11], 28/12/2020.
  16. Tinder: URL [12].
  17. Whatsapp: URL [13].
  18. Telegram: URL [14]
  19. Academia.edu: URL [15].
  20. Research.gate: URL [16].
  21. Zotero: URL [17]



Citazione di questo articolo
Come citare: BARONI, Alice . "Storia e social media". In: CLIOMATICA - Portale di Storia Digitale e ricerca. Disponibile in: http://lhs.unb.br/cliomatica/index.php/Storia_e_social_media. il giorno: 1/07/2024.






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