Breve storia dell'uso del database da parte degli storici

De Cliomatica - Digital History
Tempo di lettura 5 minuti - per Mirco Luperi


La creazione di database da parte degli storici ha una sua storia. E non è piccola. Presenteremo qui una rassegna selettiva di esperienze che possono evidenziare le principali problematiche che con questo tipo di approccio. Molte delle domande che ci poniamo oggi sono infatti state discusse da tempo, da grandi nomi della storiografia. Conosciamo le loro esperienze e approfittiamo di esse per illustrare alcune importanti problematiche[1].


Forse una delle prime esperienze nel rapporto tra storia e informatica è il progetto di padre Roberto Busa, ideato nel secondo dopoguerra, che intendeva recuperare le concordanze nell'intera opera di San Tommaso d’Aquino. Oggi il suo enorme lavoro, che ha dato il via alla Linguistica Computazionale, è il celeberrimo Index Thomisticus ed è consultabile on line. Durante gli anni Sessanta e Ottanta, ci fu un ampio dibattito tra gli storici sull'uso dei computer, a quell'epoca macchine enormi e spaventose, che elaboravano schede perforate. Il primo manuale venne scritto da Edward Shorter[2], ma il dibattito si sviluppò anteriormente, come testimonia il libro L'histoire sociale: sources et méthodes, pubblicato nel 1967 in Francia, con enfasi sul capitolo Machines et programmes. Quelques vues sur l'utilisation des machines à traiter l'information en histoire sociale, di Robert Faure[3]. Sempre negli anni Settanta è stata creata una newsletter sui progetti di storia medievale relativi a computer, computer ed elaborazione dei dati medievali: «Études Medievales», che è durata fino alla metà degli anni Ottanta[4]. Senza voler qui riassumere la vasta letteratura sul tema, dobbiamo tuttavia riferimento al lavoro di tre storici: Alan Macfarlane, Manfred Thaller e Jean-Pierre Dedieu. Macfarlane è stato responsabile del progetto Reconstructing historical communities, che ha utilizzato un complesso sistema di tag per guidare l'analisi di testi finalizzati alla produzione di serie, in una prospettiva demografica[5]. Thaller è stato l'ideatore di Kleio (Clio), un software utilizzato per uno scopo simile: organizzare i registri parrocchiali e notarili[6]. Manfred Thaller è stato uno dei pionieri del passaggio tecnologico tra grandi strutture computazionali e computer. Durante la sua presidenza dell’International Association for History and Computing, egli influenzò l’introduzione in Italia di un’approfondita riflessione sui database da creare e gestire per dominare fonti eterogenee. In Italia, pubblicò la sua proposta metodologica nella rivista «Quaderni Storici» che, in quegli anni, dava molto spazio all’uso, per fare storia, dei computer IBM personali di nuova generazione e, in generale, alla diffusione dell’uso del personal computer. Infine, più recentemente, la ricerca di Jean-Pierre Dedieu ha permesso la creazione del database Fichoz, fatto per la storia politica, ma con importanti innovazioni in termini di analisi e raccolta dei dati[7].


Bibliografia e sitografia

  1. GIL, Tiago, Our own in-house’ software: una historia de historiadores programadores, in BRESCIANO, Juan Andrés, GIL, Tiago, Historiografía, giro digital y globalización. Reflexiones teóricas y prácticas investigativas, Montevideo, 2015.
  2. SHORTER, Edward, Lo storico e il computer. Una guida pratica, New Jersey, Prentice-Hall, 1971.
  3. FAURE, Robert, Machines et programmi. Quelques vues sur l'utilisation des machines à traiter l'information en histoire sociale, in ID., L'histoire sociale: sources et méthodes, Paris, Presses Universitaires de France, 1967.
  4. UNIVERSITÉ DE MONTRÉAL INSTITUT D’ÉTUDES MÉDIÉVALES, Computers and Medieval Data Processing: Informatique Et Etudes Medievales, Montreal, Université de Montreal, Institut d’études medievales, 1971.
  5. MACFARLANE, Alan, Reconstructing historical Communities, Cambridge, Cambridge University Press, 1977.
  6. THALLER, Manfred, Metodi e tecniche di calcolo storico, in DENLEY, Peter, HOPKIN, Deian (Orgs.), Storia e informatica, Manchester, Manchester University Press, 1987.
  7. DEDIEU, Jean Pierre, «Les grandes bases de données: une nouvelle approche de l’histoire sociale. Le Fichoz système», in Revista da Facultade de Letras. História, 5, 2004, pp. 101-114.



Citazione di questo articolo
Come citare: LUPERI, Mirco . "Breve storia dell'uso del database da parte degli storici". In: CLIOMATICA - Portale di Storia Digitale e ricerca. Disponibile in: http://lhs.unb.br/cliomatica/index.php/Breve_storia_dell%27uso_del_database_da_parte_degli_storici. il giorno: 26/06/2024.






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