Introduzione generale ai Sistemi di Informazione Geografica per la storia

De Cliomatica - Digital History
Tempo di lettura 7 minuti - per Tiago Gil


Lo storico britannico Ian Gregory[1] ha istituito il termine HGIS (Historical Geographic Information System in inglese) per designare l'uso di sistemi di informazione geografica rivolti agli studi storici. Si tratta di aggiungere il “quando” alle domande “cosa” e “dove” che caratterizzano i GIS non storici. Diversi lavori recenti hanno evidenziato i vantaggi, le sfide e i problemi di lavorare con HGIS[2]. Tra l'entusiasmo eccessivo di alcuni e lo scetticismo di altri, possiamo prendere in esame alcune questioni rilevanti. Il fatto che alcuni problemi sociali non trovino risposte dalle mappe euclidee non invalida il tentativo di rispondere ai problemi che possono effettivamente essere risolti utilizzando queste mappe.


I problemi agrari, come la concentrazione fondiaria, o demografici, come la concentrazione urbana e la migrazione, trovano un buon sostegno nelle analisi basate sullo spazio euclideo. Ma ci sono altre possibilità, come lo studio delle rotte dei viaggiatori, i pellegrinaggi, il rimodellamento urbano, l'intensità commerciale tra regioni che possono anche ottenere buone risposte da questo approccio, il tutto all'interno di una prospettiva storica basata sulla problematizzazione di oggetti e fonti. Ci sono altri problemi che influenzano un tentativo di geoprocessing nella storia. L'inclusione della variabile "tempo" in un luogo nello spazio non è un compito facile, così come anche l'inclusione della variabile “spazio” in un luogo o in un processo che si svolge nel corso del tempo. Come ebbero ad affermare Gregory ed Ell: «Il GIS ha avuto origine in discipline che utilizzano approcci quantitativi e scientifici in un ambiente ricco di dati. La geografia storica è raramente ricca di dati; infatti, i dati sono spesso incompleti e soggetti a errori»[3].


Nella storia si lavora quasi sempre con dati incompleti, fluidi, incerti ed è necessario creare modi per rappresentarli cartograficamente o, quantomeno, avvertire i lettori della regolarità di questo problema. Ma è possibile fare qualcosa di più. Ci sono sistemi per migliorare le nostre prestazioni nel geoprocessing nella storia. Diamo un'occhiata ad alcuni principi che aiutano a guidare questo tipo di metodo:


1. È più facile trovare tutti i pezzi (luoghi del passato) che uno solo;


2. È essenziale avere conoscenze in campo toponomastico;


3. È essenziale incrociare i dati con più fonti;


4. È importante tenere a mente che il lavoro non finirà mai.


Esaminiamo ora in parte ciascuna di queste affermazioni.


È più facile trovare tutti i pezzi (luoghi nel passato) che uno solo

Innanzitutto, anche se non sembra, ha senso pensare che sia più facile trovare tutti i luoghi del passato che uno solo, poiché possiamo localizzare le cose nel loro rapporto con le altre, nel loro spazio. Se sappiamo che una sesmaria - un'unità agraria del periodo coloniale - si trova al confine con un'altra, potremmo non essere a conoscenza del loro posizionamento, ma sappiamo che sono vicine. È il modo giusto per iniziare a comporre il nostro puzzle. Avendo un solo pezzo in mano, non potremmo avere idea di dove questo si collochi nell'insieme, ma avendoli tutti a disposizione possiamo assemblarli nel complesso. Certo, il nostro lavoro non avrà la precisione di un puzzle, ma assomiglierà piuttosto a un vaso rotto che deve essere restaurato, usando una metafora impiegata da Ian Gregory. Ma la difficoltà di conoscere la posizione di un singolo pezzo è la stessa e, quindi, è necessario tenere conto della posizione relativa dei luoghi quando li si trova.


È essenziale avere conoscenze in campo toponomastico"

La seconda affermazione integra la prima. Possiamo sapere dove sono i luoghi attraverso il rapporto che intercorre tra loro, o chi sono è vicino a chi, senza sapere esattamente dove si collocheranno sulla superficie terrestre. Ma se abbiamo conoscenze toponomastiche, se conosciamo i nomi dei luoghi del passato, possiamo già trovare dei riferimenti che ci permetteranno di collocare l'intero insieme nello spazio euclideo. Ciò è spesso possibile utilizzando le informazioni presenti, come la posizione attuale di determinati luoghi, come edifici, strade o piazze. Ma se per il mondo urbano questo è difficile, per il mondo rurale è quasi impossibile. Ad ogni modo, conoscere la regione che andremo a studiare nel presente e cercare informazioni sui nomi di questi luoghi in passato può aiutare molto nel geoprocessing nella storia.


È essenziale incrociare i dati con più fonti

Per rendere possibile tutto questo, è necessario incrociare tutte queste informazioni toponomastiche con fonti storiche, non solo mappe storiche - molti amano fare riferimento alla cartografia digitale nella storia - ma anche con documenti testuali, dati del patrimonio storico e documenti archeologici. È perciò consigliabile creare un buon database, che faccia dialogare tutto in modo organizzato e facile da recuperare. Possiamo anche fare in modo che il database esporti le informazioni (nei file CSV, per esempio) in modo che i programmi GIS possano creare le mappe. Si possono utilizzare dati e tabelle per creare cartografia digitale attraverso layer informativi geografici ricavati da elenchi e tabelle preesistenti o creati a tale scopo; è possibile anche utilizzare vecchie mappe (o immagini satellitari) in un progetto, adattando l'immagine di vecchie mappa a un moderno sistema informatico.

È importante tenere a mente che il lavoro non finirà mai

Infine, deve essere chiaro che non finiremo mai di mettere insieme questo puzzle (il vaso rotto di Gregory). Ma possiamo continuare a cercare di inserire i pezzi e il semplice studio della localizzazione di questo passato può essere importante per sollevare nuovi problemi e individuare nuovi oggetti di studio. Infine, per tornare su alcuni dei vantaggi evidenziati da Gregory, il lavoro di HGIS permette di condividere le conoscenze.


Bibliografia e sitografia

  1. GREGORY, Ian., ELL, Paul S., Historical GIS: Technologies, Methodologies, and Scholarship, Cambridge, Cambridge University Press, 2007.
  2. VALENCIA, Carlos, GIL, Tiago, O Retorno dos Mapas, Porto Alegre, Ladeira Livros, 2016.
  3. GREGORY, Ian., ELL, Paul S., op. cit.



Citazione di questo articolo
Come citare: GIL, Tiago . "Introduzione generale ai Sistemi di Informazione Geografica per la storia". In: CLIOMATICA - Portale di Storia Digitale e ricerca. Disponibile in: http://lhs.unb.br/cliomatica/index.php/Introduzione_generale_ai_Sistemi_di_Informazione_Geografica_per_la_storia. il giorno: 26/06/2024.






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